NOTIZIE STORICHE
La nostra chiesa parrocchiale, intitolata alla Vergine SS. Delle Grazie, vide la sua edificazione negli anni tra il 1559 e il 1583; verso la fine del XVII secolo
venne restaurata ed ampliata a tre navate per volontà del guardiano Padre Ambrogio di San Nicola. Nel 1623, il feudatario Giovanni Enriquez incoraggiò la venuta dei Frati Minori Riformati a Squinzano e provvide ad edificare un’abitazione contigua alla chiesa.
Fu chiuso da Papa Innocenzo X nel 1652 per la scarsità di frati che vi dimoravano e divenne rifugio di malfattori. Nel 1670, però, Papa Clemente X, ordinò al Nunzio Apostolico che tutte le case degli ex Conventuali Riformati fossero erette a Custodia Alcantarina, compreso il Convento di Squinzano. Nella prima metà del ‘700 risalirebbe il culto della Madonna del Pozzo, in quanto la comunità degli Alcantarini di Capurso sovveniva, di frequente, ai bisogni dei confratelli di Squinzano.
Nel 1755 arriva al nostro convento, con l’ufficio di cuoco, fra Egidio Maria di San Giuseppe, oggi Sant’Egidio, e in determinate occasioni se ne può visitare la celletta, occupata dopo circa un secolo e mezzo da un altro frate in odore di santità: fra Giuseppe Michele Ghezzi – il Conte con la bisaccia – per il quale, il processo per la causa di beatificazione, a tutt’oggi non conosce sosta. Dalla metà dell’800, e per quasi cinquant’anni, dimorò nel convento di Squinzano padre Angelo Maria della Santissima Trinità, o come solevano indicarlo i più, padre “Carissimo”, napoletano e amico fraterno di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie.
A lui si deve, soprattutto, il culto della Madonna “Morta” – il pio Transito della Beata Vergine Maria – e grazie alla sua fraterna amicizia con Re Ferdinando II, che gli donò un collare di diamanti e un’abito preziosamente ricamato appartenuti alla sua ormai defunta consorte, Beata Regina Maria Cristina di Savoia, il padre “Carissimo” adornò il simulacro della Madonna “Morta” e la presentò alla comunità squinzanese in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Pozzo. E’ di questo stesso periodo la soppressione degli ordini religiosi (1866) e il convento fu trasformato in ospedale e ricovero di mendicità e i frati alcantarini vi rimasero per opere di assistenza. Nel 1901 fu nominato superiore Padre Francesco Musardo, quando Chiesa e Convento tornarono alle loro originarie destinazioni. Architettonicamente la chiesa presenta una sobria facciata scandita da paraste poggianti su alti basamenti e caratterizzata da cinque bifore, di cui quella centrale è posta in essere sul portale rinascimentale di ingresso, in carparo. L’interno, rinnovato nel corso dei secoli, è suddiviso in tre navate terminanti con absidi e scandite da archi a tutto sesto; una delle navate laterali ospita una bellissima statua raffigurante la Madonna del Pozzo e sotto la mensa del suo altare è adagiata la statua della cosiddetta “Madonna Morta”. Le pareti sono interamente affrescate, con dipinti realizzati dal pittore Leonardo Perrone nella prima metà del Novecento, anni del completo restauro di tutta la chiesa (1954).